Cosa va di moda nella settimana della moda?
Il lamento è l’unico must-have.
Basta chiedere in giro, tra gli addetti ai lavori. Già qualche giorno prima dell’inizio delle sfilate è palpabile l’atmosfera da catastrofe imminente. Si segue con frenesia l’aggiornamento dei calendari, manco si attendesse una sentenza di morte. E quando le tavole della legge sono definitive, i commenti che rimbalzano sui social network preannunciano il consumarsi della tragedia.
La fashion week invecchia la pelle. Questo nessuno lo dice.
Chiunque tu incontri, alla domanda “Come stai?” è distrutto.
Lo so: non siamo in un gulag in Siberia, nessuno di noi spala carbone ma il decadimento fisico si fa evidente, man mano che la settimana procede. (Questo vale solo per i comuni mortali, ça va sans dire).
Le occhiaie si fanno più profonde, l’andatura meccanica, e anche il look vira improvvisamente verso il favela chic.
Le facoltà intellettive cedono di conseguenza, e si può arrivare al tracollo psichico: sono documentati casi di crisi mistiche, con oggetto la singora Sozzani.
Per fortuna, dura solo una settimana: poi si torna alla follia quotidiana.